Le monete digitali delle banche centrali comportano dei rischi?
L’economista Luke Bartholomew ha detto che in una tribuna nel Mondo c’è una delicata convivenza tra le criptomonete private e quelle che si apprestano a emettere le banche centrali.”Luke è un professionista del reddito fisso estremamente capace che opera nei macro mercati globali. Egli combina una conoscenza di prima classe dei principali fattori ciclici dei mercati finanziari con un’eccellente comprensione di come l’ambiente di definizione delle politiche ufficiali influenzi i rendimenti degli investimenti. Non solo Luke ha un buon track record nella generazione d’idee che aggiungono alfa a livello di portafoglio, ma è anche un comunicatore molto efficace con i clienti e gli stakeholder interni.”
Come possiamo eliminare la minaccia rappresentata dalle criptomonete per la stabilità dei sistemi finanziari mondiali e permettere alle banche centrali di mantenere il controllo della massa monetaria e dei tassi d’interesse?
La soluzione a questo problema molto urgente consiste nel passare attraverso l’emissione da parte delle banche centrali delle proprie monete digitali. Ma se queste permettessero loro di mantenere il controllo, potrebbero anche provocare importanti sconvolgimenti.
Tra qualche anno, diverse grandi banche centrali emetteranno una forma di moneta digitale nazionale. I lavori sono attualmente in corso presso la Federal Reserve (Fed), la Banca centrale europea (BCE) e la Banca d’Inghilterra.
La Banca Popolare Cinese ha preso un vantaggio?
è già in fase pilota. Ha creato una criptovaluta nazionale che funziona attraverso un’applicazione telefonica. L’obiettivo dichiarato è quello di sostituire il denaro contante, migliorare l’inclusione finanziaria e creare sistemi di pagamento più efficienti in tutto il paese. La Cina dispone già di una sofisticata rete di pagamenti telefonici e la popolazione sembra avere meno scrupoli in materia di tutela della privacy.
Una moneta digitale emessa da una banca centrale (MNBC) è simile sotto alcuni aspetti al bitcoin, ma è emessa nella valuta nazionale: potremmo quindi vedere nascere un «eurocoin» o un «britcoin», memorizzati in un registro digitale o depositati su conti al dettaglio presso la banca centrale.